ESCURSIONE ALL'ISOLA DI PIANOSA
Vuoi vedere tutte le realtà e le bellezze dell'isola?

La Elbaservizi si occupa della tua escursione in Bus sull'Isola di Pianosa. Puoi prenotare la tua escursione in Bus presso le agenzie che organizzano le Gite a Pianosa. Una volta giunti a Pinaosa, basterà salire sul bus per un escursione completa ed emozionante!
La partenza del bus è dalla Pineta, che si trova dalla parte opposta al "Muro Dalla Chiesa"
Oltrepassandolo le vecchie mura dell'ex carcere, scopriremo quello che è il cuore dell'isola fino alla parte Nord del castello del Marchese e la bellissima cala di Porto Romano.

Lungo le strade sterrate di Pianosa fiancheggiate da superbi scenari di terra e di mare e dalle strutture carcerarie, la guida vi illustrerà le bellezze naturalistiche e la storia agricola e carceraria di Pianosa. L'escursione prevede inoltre la visione del bellissimo panorama dal Belvedere e la vista delle strutture carcerarie del Sembolello e dell'Agrippa (41bis)

CARTINA CON IL TRAGITTO

Curiosità sull'Isola di Pianosa
La leggenda vuole che l'Arcipelago Toscano abbia avuto origine da un monile di perle sfilatosi dal collo di Venere, dea della bellezza e dell'amore, e caduto nelle acque del Tirreno. In questo mito gentile si nasconde una parte di verità, perché è indubbio che le isole dell'Arcipelago siano altrettanti frammenti di paradiso.

Pianosa è la più bassa isola dell'arcipelago toscano, praticamente un pianoro alto al massimo 29 metri sul livello del mare, situata a 14 km a S-SO dalle coste dell'Isola d'Elba e a circa 27 km a S-SE dalla più meridionale isola di Montecristo. Dalla pianta singolare, che la fa assomigliare ad una bistecca con l'osso, l'isola presenta una superficie di 10,25 kmq ed un'estensione costiera di 26 km ed è inserita nel territorio del Comune di Campo nell'Elba. Seppur poco elevata sui flutti presenta coste rocciose con presenza di falesie, specialmente nel versante occidentale e pochissime spiagge.

Abitata fin dall'antichità, Pianosa è legata ad eventi storici romani in modo indissolubile. Nei tempi più moderni Pianosa è associata alla presenza del carcere. Se da un lato questo ha portato benefici anche ai residenti (con l'arrivo di acqua potabile ed importatnti benefici) dall'altro ha sempre posto l'isola in uno stato di profondo isolamento.

Pianosa conserva alcune grotte Paleolitiche a Punta Secca e a Cala Giovanna, ma il suo tesoro archeologico è rappresentato soprattutto dalle catacombe che narrano degli albori della civiltà cristiana: si tratta di un complesso monumentale che risale al III - IV secolo avanti Cristo, quando i prigionieri cristiani vittime delle persecuzioni imperiali, vennero condannati a lavorare nelle cave di tufo dell'isola. Grazie ai recenti interventi di restauro, è permesso al pubblico di visitarle. Sul promontorio della Teglia, davanti al porticciolo, svetta il forte voluto da Napoleone che si erge sul piccolo abitato ottocentesco dove avevano sede la direzione del carcere e le abitazioni dei dipendenti. Proprio all'Imperatore si deve la maggior parte delle opere urbane di Pianosa, che testimoniano del suo eclettismo culturale mescolando decori di gusto medievale con particolari orientaleggianti e simil rinascimentali. La splendida Cala Giovanna conduce alle uniche vestigia romane rimaste sull'isola, i bagni e la Villa di Agrippa. Il muro imponente che si erge alle spalle di Cala Giovanna, l'unica falce sabbiosa dell'isola affacciata su un mare dai colori fantastici, venne eretto per volontà del generale Dalla Chiesa negli anni di piombo, quando il super carcere di Pianosa ospitava mafiosi e terroristi.

La morfologia di Pianosa è radicalmente diversa rispetto alle altre isole toscane per via della sua genesi particolare: completamente priva di rilievi, è costituita in prevalenza da rocce sedimentarie e da accumuli di conchiglie che le restituiscono forme e colori assolutamente introvabili in altri angoli del nostro mare. Da non perdere assolutamente è la vista che si apre sulla splendida insenatura del Porto Romano guadagnando la punta nord dell'isola, dietro le rovine del Marchese. Altrettanto suggestivi sono i colori della scogliera che collega Punta del Marchese e Punta di Libeccio, dove le sfumature gialle, ocra e avorio nascondono i fossili marini rimasti imprigionati nelle ere passate. La natura intatta delle scogliere nasconde un entroterra al contrario profondamente modificato dall'attività umana: degli antichi e selvaggi boschi d'alto fusto, per la prevalenza costituiti da lecci e querce, quasi nulla è rimasto e le steppe cerealicole delimitate da muri a secco raccontano dell'attività agricola e dell'allevamento intensificati per via della presenza della colonia penale.

Il fascino di Pianosa si sprigiona nel piumaggio e nei canti degli uccelli che si può dire costituiscano la sola popolazione dell'isola, visto che di essere umani se ne contano circa una ventina. Qui nidificano il gabbiano corso e il falco pellegrino, l'upupa il gruccione e la poiana, la berta maggiore e il marangone dal ciuffo, ma i bird watchers più fortunati potranno avvistare anche il falco della regina, la ghiandaia marina e l'aquila minore. Coralli rossi, cernie, dentici, spigole e triglie giganti sono solo alcuni degli esseri viventi che popolano le acque di questo ecosistema di straordinario valore ecologico che le vicissitudini storiche e politiche, in maniera più o meno intenzionale, hanno conservato intatto.

I fondali marini dell'isola di Pianosa sono fra i più ricchi dell'Arcipelago Toscano e questo sia perchè le sue acque sono state da sempre protette dalla pesca indiscriminata, infatti nel raggio di 1 miglio attorno all'isola sono vietati navigazione e pesca, sia perchè la presenza del carcere ha imposto inevitabilmente un certo isolamento. Per rendersi conto di un'acqua che farebbe scoppiare d'invidia gli albergatori dei Caraibi basta dotarsi di una banalissima maschera e immergere la testa sotto le acque di Cala Giovanna, l'unica zona dell'isola dove è consentita la balneazione.

Fino al 1997 buona parte del suolo pianosino è stato impiegato per fini agricoli dalla colonia penale istituita a Pianosa a partire della seconda metà dell'Ottocento: dopo l'interruzione dell'attività agraria la flora spontanea sta progressivamente ricolonizzando quei territori.

Dal 1998 non ci sono detenuti sull'isola e la speranza di vedere Pianosa come una perla del turismo in Toscana si è fatta viva. Oggi è possibile visitare Pianosa attraverso visite guidate giornaliere.